Il termine radioestesia deriva dal latino “radius” (raggio, radiazione) e dal greco “âisthēsis” (ricerca): letteralmente, dunque, significa “ricerca di radiazioni”.
La radioestesia è un’attitudine, particolarmente sviluppata in alcuni soggetti, che consiste nella sensibilità e ricettività nei confronti delle emissioni energetiche provenienti dagli esseri animati e inanimati e non direttamente percepibili tramite i cinque sensi.
Il termine si riferisce anche a tutte quelle operazioni che permettono il ritrovamento di oggetti e tesori nascosti, la scoperta di corsi d’acqua e giacimenti minerari nel sottosuolo, lo studio del terreno agrario, le diagnosi mediche su persone e animali ecc., con l’ausilio oppure in assenza di strumenti specializzati quali il pendolo, il biosensore, il bastone da rabdomante.
In pratica si tratta di una “concentrazione mentale” alla quale segue una reazione inconscia alle radiazioni. Questa reazione interiore genera un impulso fisico che viene trasmesso alla colonna vertebrale e che, ai nostri occhi, si manifesta nel movimento del pendolo o di un qualsiasi altro strumento proprio a questa disciplina. L’interpretazione di questa reazione fisica fornisce il risultato della ricerca in atto.
Il fenomeno radioestesico è solitamente interpretato con l’ausilio di termini presi a prestito dalla fisica e dall’elettrochimica. La teoria interpretativa vuole che esistano delle “onde radioestesiche” (cioè delle forze bioradianti di natura ancora ignota, affini alle onde hertziane) che sarebbero emanate da tutti gli oggetti del Creato. L’operatore radioestesico sarebbe il mezzo in grado di captare queste onde come una sorta di antenna o di apparecchio radioricevente. Alcuni autori associano questo tipo di percezione all’istinto degli animali.
Tuttavia questa spiegazione del fenomeno radioestesico fondata sulle “onde” è tutt’altro che esaustiva; anzi, possiamo dire che essa sia solo apparente, perché il fenomeno della “ricezione” da parte degli esseri umani (e degli animali) è esso stesso un Grande Mistero.
Alcuni ritengono che, in realtà, ricercare una spiegazione per la radioestesia equivalga al tentativo di decifrare la totalità delle arti divinatorie. Il pendolo è indubbiamente uno strumento di divinazione, come lo è, ad esempio, un mazzo di Tarocchi. Tuttavia, mentre la divinazione con i Tarocchi riflette il dialogo simbolico tra l’operatore e il suo inconscio (o subconscio), la lettura con il pendolo avviene tramite l’utilizzo di una “convenzione mentale”. Nel primo caso, si tratta di una lettura mediata dalla decodificazione di elementi simbolici: tale interpretazione può avere all’occorrenza un effetto catalitico sullo psichismo dell’operatore, inducendo in lui anche stati di coscienza alterata. Nel secondo caso, invece, si riscontra qualcosa di più simile all’induzione psicosomatica che spinge il corpo a reagire secondo un programma legato a stimoli inconsci.
Comunque la si consideri, la radioestesia è la capacità che ogni essere umano ha di ascoltare se stesso e l’ambiente in cui vive. E’ la dimostrazione che siamo esseri multidimensionali.