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Le 7 Razze Radice (parte quarta)

L’odierna Razza Ariana

Sugli ultimi resti di terra di Atlantide apparve la quinta sotto-razza Atlantica, detta “Semita”: essa gettò le fondamenta per la quinta Razza Radice, detta “Ariana”, cui appartiene l’umanità attuale. All’epoca dei Semiti originari la mente cominciò a svilupparsi in maggior misura: di conseguenza, prima di procedere a soddisfare immediatamente un certo impulso, l’uomo cercava ora di capire se quell’azione fosse appropriata o potesse invece causargli qualche danno. Le motivazioni continuavano ad essere essenzialmente egoistiche, ma adesso venivano vagliate dal controllo della mente. Questa possibilità di ragionare e discernere ebbe tuttavia come controparte la perdita della chiaroveggenza e della capacità di controllare le forze della Natura: ciò sollevò comunque l’uomo da una tremenda responsabilità relativa ad un potere che non era ancora in grado di utilizzare correttamente. Inoltre la natura astrale o emozionale dell’uomo in questo periodo era ancora poderosa e predominante, mentre la capacità riflessiva era appena incipiente: l’interazione di questi due piani causò una sorta di compromesso favorevole alla parte emozionale, che si concretizzò in una forma di astuzia al servizio dell’interesse egoistico. Alla fine della settima sotto-razza Atlantica si situa infine quello che la scienza chiama “homo sapiens”.

L’epoca post-Atlantidea o Ariana comprende sette sotto-razze e sette età culturali, di cui le prime cinque si sono già avvicendate sulla Terra:

India antica (8000-6000 a.C.): l’uomo possiede ancora una certa percentuale delle facoltà psichico-spirituali tipiche della chiaroveggenza arcaica ed è in grado di percepire i mondi soprasensibili; per questa ragione non dà molta importanza ai sensi fisici e considera il mondo fenomenico come “maya”, cioè illusione, essendo la dimensione spirituale la vera realtà e il mondo dell’anima la vera essenza dell’uomo.
Persiana (5000-4000 a.C.): l’uomo non considera la realtà del mondo come “maya” ma ritiene invece che le sue forze e conoscenze spirituali debbano servire a dare forma e struttura alla Terra. Per la prima volta l’essere umano fa esperienza di se stesso come lavoratore e la natura lo accoglie inizialmente con ostilità e durezza.
Egizio-Caldea (2900-747 a.C.): include le culture Assiro-Babilonese, Semitica e Iberniana. L’uomo impara a conoscere le leggi di natura e a non considerare il mondo fisico come avversario. Dotato anch’egli di poteri superiori che gli permettono di “vedere” gli esseri spirituali e i principi attivi del cosmo, l’uomo dà vita ad una scienza in cui saggezza, contemplazione stellare e conoscenza divina sono tutt’uno. Da questa unione nascono le grandi opere architettoniche nonché le tecniche agrarie e artigianali della civiltà Caldeo-Egizio-Babilonese.
Greco-Romana (747 a.C.-1413 d.C.): sviluppo dell’anima intellettuale e del pensiero razionale. Gli antichi Greci possedevano ancora organi di percezione spirituale (il “terzo occhio”) ed erano in grado di apprezzare il divino all’opera nel mondo; nel tempo, tuttavia, la civiltà greco-romana si distinse principalmente per aver trasformato l’antica saggezza misterica e sacerdotale (arti sacre e magiche) in scienza e conoscenza umana, ovvero uno scibile comprensibile dall’intelletto umano. Mentre i Greci diedero vita ad un’arte e drammaturgia straordinarie che celebravano la gioia dei sensi e della vita terrena e furono tra i primi a sviluppare l’urbanistica in senso moderno, i Romani divennero creatori di un sistema giuridico universale adottato ancora oggi nel mondo. Nell’antico Egitto e in generale nelle civiltà arcaiche, i sacerdoti osservavano le sfere celesti di cui riproducevano le dinamiche nel costruire città e templi, mentre la giustizia era amministrata con il sostegno di oracoli e di leggi divine o “rivelate”. L’elemento personale e la necessità individuale dell’essere umano – nonché l’astuzia e la capacità dialettica e speculativa – divennero invece, con la civiltà greco-romana, parte integrante della creazione ed elaborazione della saggezza umana, e trovarono applicazione concreta in molteplici settori quali l’arte, la vita sociale e l’organizzazione giuridica.
Anglo-Germanica (1413-3573): sviluppo dell’anima spirituale e possibile riconquista della visione e percezione metafisica. Età segnata da crisi d’identità e ricerca di nuovi valori. Lo sviluppo del materialismo, della scienza naturale e dell’egoismo culminano in una civiltà in cui progresso tecnologico, sapere accademico e produzione industriale vanno di pari passo con lo sfaldamento sociale e la cecità spirituale dell’essere umano. Secondo la visione antroposofica, l’avvento del materialismo e dell’egoismo è comunque necessario a livello evolutivo per permettere all’uomo di acquisire indipendenza e libertà e ritrovare in se stesso, e solo grazie ai propri sforzi, quella scintilla di coscienza divina che gli permetterà, se lo vorrà, di “risalire” verso i mondi soprasensibili.

Le successive sotto-razze devono ancora realizzarsi:

Età dell’Acquario (3573-5733): purificazione dei sensi e ricezione del Sé Spirituale. Se la discesa nel materialismo è connessa allo sviluppo estremo dell’egoismo, la risalita animica dell’uomo è legata allo sviluppo di tre fattori principali: 1) altruismo, fratellanza e amore universale; 2) libertà di pensiero e credo religioso; 3) “pneumatologia”, ossia scienza spirituale.
Americana (5733-7900): è questa un’età che non contiene alcun principio di progresso. La Terra diviene un corpo morto attivato meccanicamente tramite sofisticate tecnologie e circondato da energie e presenze malefiche, create nei millenni dall’avidità e dall’egoismo umano. Gran parte dell’umanità sarà divenuta ibrida e robotica, con un intelletto arido e perverso, mentre la parte “progressista” del genere umano avrà sviluppato poteri spirituali eccelsi che permetteranno di acquisire un corpo di luce e di risiedere negli strati superiori dell’atmosfera terrestre. Il dilagare della malvagità e dell’odio (la “Guerra di Tutti contro Tutti”) causerà una rivoluzione degli elementi analoga a quella che pose fine alla civiltà Atlantidea.

La Sesta Razza

Il corpo fisico cesserà di esistere e finirà anche il karma. Tutta la vita sulla Terra sarà passata ad una condizione astrale e plastica. L’umanità sarà divisa in due grandi correnti, quella dedita al bene e quella dedita al male, e la qualità etica di ognuno sarà evidente esteriormente, così come oggi è possibile riconoscere le diverse razze. L’umanità progressista conquisterà poteri spirituali straordinari, quali l’auto-riproduzione e la capacità di “vedere” nel passato e nel futuro. La Terra, completamente rinnovata, sarà circondata da un’atmosfera sottile, pura ed eterea, in cui potranno manifestarsi presenze angeliche e arcangeliche. Verso la fine dell’epoca avrà luogo l’Apocalisse biblica, cosicché l’umanità sarà definitivamente divisa tra coloro che ascenderanno al Regno dei Cieli e coloro che invece sceglieranno di seguire la Bestia.

La Settima Razza, il perfetto Uomo Divino

L’essere umano conquista il grado più alto di perfezione spirituale e diviene esso stesso un essere angelico, un dio celeste che con la sua presenza e con il suo amore incondizionato contribuisce alla crescita ulteriore del Cosmo.