Blog esoterico

Il ruolo del circo nell’evoluzione animale

Il testo che vi propongo qui, tratto da un articolo di Salvatore Brizzi, rappresenta una visione esoterica dell’esistenza, secondo cui le (apparenti) limitazioni che sperimentiamo in incarnazione sono, in realtà, le stampelle alle quali dobbiamo appoggiarci per avanzare nel nostro percorso evolutivo. In tal senso si sottolinea l’utile ruolo del circo nell’evoluzione animale, ma non per questo si giustifica il maltrattamento di animali, di cui ci si deve invece assumere la responsabilità, anche karmica. Qualcuno potrebbe obiettare che anche la sola privazione della libertà si configura come maltrattamento. A livello esoterico, però, una simile obiezione non è corretta, perchè ciò che comunemente gli esseri umani definiscono “libertà” è, in realtà, pura illusione: non soltanto gli animali, ma anche gli esseri umani, pur avendo (apparente) libertà di azione e di movimento, sono totalmente schiavi dei propri meccanismi, e solo il lavoro su di sé permette di conseguire l’autocoscienza e, dunque, la vera libertà. Segue l’articolo di Brizzi.

“Al circo Orfei allestito a Triggiano, vicino Bari, il 4 Luglio 2019, il famoso domatore Ettore Weber viene azzannato e ucciso da una delle quattro tigri con cui stava lavorando durante le prove dello spettacolo.

Dalla lettura di alcuni commenti ho ricavato quanta confusione ci sia nel considerare il rapporto fra animali feroci ed esseri umani.

«I circhi dovrebbero essere chiusi e basta! Sono una vergogna!»

«Le tigri andrebbero lasciate libere nel proprio habitat, non in gabbia»

«La tigre ha fatto bene ad aggredirlo. Lo avrei aggredito anch’io uno che mi vuole addestrare con la frusta»

Nessuno che si sia posto la domanda obbligatoria per chi lavora su di sé: «Qual è il significato evolutivo del circo? Ha un senso o è un errore della Vita, del Cosmo, dell’Uno?».

In un contesto evolutivo di lavoro su di sé, per ottenere evoluzione personale è indispensabile la disciplina. Al momento attuale l’essere umano – in realtà, solo alcuni esseri umani – è l’unico capace di imporsi auto-disciplina al fine di costringersi a fare qualcosa che istintivamente non farebbe. Un essere umano può decidere di digiunare per purificarsi, di faticare in palestra per allenare i muscoli, di addestrarsi per anni nel tiro con l’arco, di andare a scuola per imparare a utilizzare meglio il proprio corpo mentale, di non cedere immediatamente al desiderio sessuale, di passare ore immobile in meditazione, ecc.

Un animale è invece costretto a seguire i propri istinti, a meno che non incappi involontariamente in situazioni dove ciò gli viene impedito. E qui veniamo al punto: nei primi stadi evolutivi la disciplina viene imposta dall’esterno, mentre negli stadi successivi diviene auto-imposta, finché nelle ultime incarnazioni tale auto-imposizione riguarda in maniera più specifica il percorso spirituale (lavoro su di sé, meditazione, ecc.). Per un animale – così come per un bambino umano che va a scuola o che viene corretto dai genitori quando sbaglia – la disciplina non può che essere imposta dall’esterno. Anche fra gli adulti, l’attitudine ad auto-disciplinarsi rappresenta un ottimo criterio per stabilire il grado di anzianità animica.

Quando un cane difende il suo padrone, guida un cieco o riporta una preda al cacciatore senza mangiarsela… lo fa in parte perché appartiene a una razza già predisposta per farlo e in parte perché viene addestrato a farlo dagli esseri umani all’interno di specifiche scuole.

La domanda a questo punto è: «Quali possibilità evolutive avrebbe una tigre nel suo habitat naturale? Evolve di più cacciando, mangiando e riproducendosi nella savana… o quando viene addestrata a saltare in un cerchio di fuoco, vincendo una sua paura primordiale?».

La risposta dentro di voi ce l’avete. Se riuscite ad andare oltre le fesserie animaliste di cui veniamo infarciti fin da bambini… la risposta la trovate. Ovviamente c’è una bella differenza tra addestrare un animale feroce con fermezza e con amoreoppure con crudeltà e in maniera irresponsabile. Ma questo è un altro discorso… e vale anche nell’ambito degli esseri umani… anche nel campo del lavoro su di sé. Ve lo dice uno che in gioventù è stato in gruppi di Quarta Via che sembravano campi militari.

La ritrosia dell’uomo medio nell’accettare tale discorso può nascere unicamente da una constatazione: in realtà siete voi che non volete disciplinare le emozioni, la mente e la sessualità, perché inconsciamente percepite la disciplina come sopraffazione e violenza. Nell’epoca in cui passare le serate a fumare canne e bere birra viene considerato sintomo di libertà… è ovvio che ogni forma di disciplina venga subita come un’imposizione e quindi avversata.

Non volete che lo faccia la tigre… perché siete voi a non voler saltare nel cerchio di fuoco!

Ma prima o poi la Vita vi costringerà a farlo”.