Blog esoterico

Sulla via del discepolato (parte prima)

Il testo che segue è tratto da un articolo di Salvatore Brizzi:

Immaginiamo che qualcuno di voi esprima il desiderio di diventare discepolo di Gesù. Sapreste come fare? Sapreste cioè quali sono le caratteristiche necessarie al fine di essere chiamati da lui e istruiti personalmente?

Lo schema che segue evidenzia i vari gradi di evoluzione spirituale che vengono progressivamente raggiunti dagli abitanti del pianeta Terra:

1 – Uomo selvaggio

2 – Uomo medio

3 – L’intellighenzia del pianeta (filosofi, artisti, grandi imprenditori, uomini di stato, ecc.)

4 – Uomo sul Sentiero
a) Interessato
b) Parzialmente impegnato
c) Totalmente impegnato

5 – Discepolo in Prova

6 – Discepolo Accettato (vive sotto l’aura del Maestro)

7 – Iniziato
Gradi di risveglio:
I iniziazione (Chakra della Gola – ghiandola: tiroide)
II iniziazione (Chakra Alta Major – ghiandole paratiroidi)
III iniziazione (Ajna Chakra – corpo pituitario o ipofisi)

8 – Arhat ovvero Iniziato di IV Grado (Chakra del Cuore – ghiandola: timo)

9 – Maestro ovvero Iniziato di V Grado (Chakra della Corona – ghiandola pineale o epifisi)

Nel mondo cosiddetto “new age” troppo spesso le parole vengono utilizzate a caso, ossia senza alcuna cognizione di causa. Come si evince dallo schema sovrastante il Discepolo, l’Iniziato e il Maestro stanno a indicare tappe ben determinate di un percorso codificato da millenni all’interno delle scuole esoteriche.

Quando trattiamo di persone che hanno intrapreso un cammino iniziatico che si dipana attraverso numerose vite, stiamo in verità trattando di individui – uomini o donne che siano – che hanno realizzato precisi stati di coscienza e determinate capacità di gestione dei loro corpi e dei piani corrispondenti. Per cui l’illuminato di turno, pur essendo autentico e indispensabile per l’umanità, non può essere definito Maestro, ossia non è qualcuno che può insegnare a un discepolo come ottenere ciò che ha ottenuto lui, e nemmeno come trasmutare le sue emozioni negative, guarire le sue ferite astrali o acquisire il dono della “seconda vista”; e questo perché nessuno lo ha insegnato a lui.

Tutte le persone che negli ultimi dieci anni mi hanno confessato di essere sotto la guida d’un Maestro, nel cento per cento dei casi stavano facendo riferimento a qualcuno che non era né un Iniziato, né un Discepolo e nella maggior parte dei casi non era nemmeno ancora un Uomo sul Sentiero. Questi personaggi, pur essendo a capo di qualche ordine iniziatico o scuola iniziatica o società esoterica, non avevano nemmeno cominciato a compiere un reale lavoro su di sé. Secondo la legge inversamente proporzionale dell’esoterismo odierno, meno queste persone sono vicine alla risoluzione delle loro ferite emotive e dei loro conflitti – a partire da quelli con i genitori – più si collocano in alto nella gerarchia dell’ordine di cui fanno parte.

Quando nel Vangelo si dice che Gesù “chiamò a sé quelli che egli volle”, a chi ci si sta riferendo esattamente? Al grado del Discepolo Accettato, ossia qualcuno che, in virtù del lavoro compiuto vita dopo vita con il fine di mettere la personalità sotto il governo dell’anima, è adesso capace di vivere all’interno dell’aura del Maestro (indipendentemente dalla distanza fisica che li separa) senza disturbarne l’attività. Pertanto il Discepolo a questo livello deve già possedere un controllo delle sue passioni tale da non provocare perturbazioni nell’aura del Maestro, all’interno della quale ora è compresa anche la sua aura.

Il requisito numero uno del Discepolo Accettato è la totale dedizione nel Servizio all’umanità. Egli impara ad agire non più per interesse personale – nemmeno evolutivo – ma per coadiuvare il percorso di perfezionamento dell’essere umano. Solo infatti colui che è in grado di dare con gioia tutto ciò che egli è, può spezzare i vincoli del possesso e del desiderio, liberandosi così dal ciclo delle rinascite.
Ciò che fa, lo fa per l’eternità; ciò che edifica, lo edifica per sempre.

Il secondo requisito concerne l’aver sottomesso almeno parzialmente i tre Fuochi inferiori: sessualità, emotività e mente. Mentre infatti nei primi tre gradi iniziatici si accendono i Fuochi Superiori (gola, alta major e terzo occhio), quando siamo ancora nella fase di accettazione del discepolato dobbiamo concentrarci sul dominio di quelli inferiori, senza il quale non si ottiene una corretta (e priva di pericoli) accensione dei loro corrispondenti superiori. Inoltre, portandosi avanti con il lavoro di gestione dei centri inferiori, il discepolo, seppur ancora soggetto ai principali meccanismi della personalità, ha sviluppato una centratura tale da non essere più preda di eccessi emotivi o sessuali e disordine mentale.