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Può la conoscenza akashica indurci in errore?

E’ possibile che le intuizioni di matrice akashica inducano in errore il ricercatore spirituale? Questo interrogativo talvolta si insinua nella mia mente, e mi si è riproposto quando ho letto un articolo pubblicato dal maestro di occultismo Pasquale Battista sul suo blog “Occultum Verum”.

Nell’articolo, Battista prende spunto dalla lettura di un libro scritto da uno studioso della teosofia e dedicato alla Grande Loggia Bianca. A un certo punto del libro, in merito a veggenze o visioni di Charles Leadbeater e Annie Besant, si parla del Maestro Kuthumi, il quale nel 21300 a.C. si sarebbe incarnato nelle vesti di un alto sacerdote, in una città dell’India. Sarebbero poi seguite molte altre incarnazioni del Maestro, con relativi compiti e missioni da perseguire. Questa narrazione viene accolta con scetticismo da parte di Pasquale Battista, perchè in molti punti appare in evidente contrasto con alcune verità storiche difficilmente confutabili. Il suo proposito non è contestare gli obiettivi di queste narrazioni, bensì «cercare di applicare una metafisica sensata a ciò che viene riportato da profezie, teosofia, antroposofia, e simili».

Afferma Battista: «La mia deduzione in seguito ad esperienze pratiche è che queste visioni non sono di per sé fasulle o prettamente immaginarie, ma ancorate ad altre dimensioni, dove l’intervento sul nostro piano esistenziale materiale avviene solo in caso di sincronicità, ossia in una condensazione dell’Akasha, luogo dove vengono avvistati tali esseri e azioni.

Quindi molto di questo materiale alquanto ripetitivo, formato da cicli come in un complesso dispositivo di ingranaggi, più che storico o mitico diventa mitopoietico. In tal caso deve essere convertito sul piano che chiamiamo “reale”, altresì rimarrebbe sul piano immaginario ed ipotetico. La differenza tra il mago, l’iniziato e il semplice fantasioso risiede in questo.

Nella cultura ufficiale, la storia comincia con la scrittura, cioè circa 4000 anni fa. Arretrando ancora entriamo nella preistoria. Quindi nel 21300 a.C. siamo nella preistoria e in un mondo con un aspetto geografico, fauna e flora completamente diversi da quelli oggi conosciuti: fino a 5000 anni fa avevamo ancora denti a sciabola, mammut, ecc.

Quindi, un po’ scartabile l’esistenza materica di città, civiltà e varie, è probabile che nelle loro letture akashiche siano stati colti eventi che si sono verificati solo nell’Akasha, che è un componente del “Multi-verso” e non dell’“Uni-verso”.

L’Akasha, che si pone come sostanza al di là del tempo e dello spazio, si manifesta nei vari piani in una diversa forma di aggregazione che chiamiamo con termini quali “mentale”, “astrale”, “etereo”, ecc.

Ogni impressione esercitata su questi fluidi o sostanze occulte si riversa in quella più densa: così, anche se non vediamo linee di forza vitale sotto forma di luce astrale, possiamo sempre osservarle nel piano materiale come ad esempio nella forma dei polpastrelli delle dita, nella direzione dei capelli, nella forma geometrica di un cristallo, nei circoli di un tronco di albero, ecc.

L’Akasha è quell’Elemento (Quinto Elemento dei filosofi) che determina la “memoria”, cioè la capacità di ricordare e di anticipare. Lo stato di profondità della materia, dell’astrale, del mentale e degli altri piani, cela l’Akasha nel suo stato libero e cioè connesso al rimanente universo akashico. Questa connessione permette di leggere nei cosiddetti “Registri”, che sono sorvegliati da Guardiani e in particolare dall’onnipresente Guardiano della Soglia, l’Entità che può ingannare attraverso lo specchio riflettente e mostrare anche cose che noi stessi creiamo. Questi sono Veli di Maia.

Vi sono quindi vari livelli in cui l’Akasha o Quinto Elemento si manifesta. Sul piano terreno corrisponde allo stato di attenzione totale di veglia, detto anche “prima attenzione”; poi vi è Akasha nel mondo astrale, vi è Akasha nello stato di attenzione totale del sogno, Akasha nello stato totale del sonno, detto anche “seconda attenzione”, Akasha Pura nello stato totale di risveglio detto anche “terza attenzione”: è, quest’ultimo, lo Stato di Attenzione Totale, la Super-Coscienza che determina ciò che chiamiamo “Realtà” e cioè il massimo livello energetico di una configurazione.

Così, quando mi trovo all’interno di un sogno lucido, la realtà diventa quella sognante e il mondo ordinario diventa illusorio rispetto a prima, un luogo effimero che si può anche abbandonare. L’umanità crede di vivere in un mondo tangibile e concreto per via del suo attaccamento, uno stato che da libero è divenuto imbrigliato e che viene denominato “caduta”».