«Gurdjieff – Il simbolismo dei Tarocchi nella Quarta Via» di Egidio Presta e Luna Trusiani è un libro unico nel suo genere, consigliato a tutti coloro che amano i Tarocchi e ritengono di poterli utilizzare come efficace strumento nell’ambito del lavoro su di sé. Molto interessante è, ad esempio, ciò che scrivono gli autori a proposito dell’arcano XXI, “Il Mondo”:
«La carta del Mondo riporta gli stessi simboli contenuti nel monumento originario della Sfinge d’Egitto, la cui costruzione Gurdjieff attribuisce all’antica società scientifica atlantidea di Akhaldan. I simboli indicano in che modo dev’essere condotto il lavoro su di sé. I sacerdoti atlantidei che costruirono la Sfinge in Egitto la chiamarono “Coscienza”. Ecco come spiega Gurdjieff il significato allegorico dei simboli che costituiscono la Sfinge e la carta del Mondo dei Tarocchi:
“Il tronco di quest’essere allegorico [la Sfinge], rappresentato da quello di un toro, significa che i fattori in noi cristallizzatisi che suscitano nella nostra presenza impulsi funesti, sia ereditari sia acquisiti personalmente, non possono esser rigenerati se non con un durissimo lavoro, simile a quello cui è particolarmente adatto, fra tutti gli esseri del nostro pianeta, il toro. E il fatto che il tronco sia fissato alle zampe di un leone, significa che questa fatica deve effettuarsi con la coscienza della propria potenza e con un sentimento di coraggio e di fede in essa, perchè la potenza è la qualità che in massimo grado possiede, fra tutti gli esseri del nostro pianeta, il proprietario di queste zampe – il possente leone. E le ali dell’uccello più forte e capace di volare più in alto di tutti, l’aquila, fissate al tronco del toro, ricordano incessantemente ai membri della nostra società che in questa fatica, da condursi con un atteggiamento psichico interiore di rispetto per se stessi, è importante meditare senza tregua sulle questioni che non riguardano le manifestazioni direttamente richieste per l’esistenza esserica ordinaria. Quanto poi alla strana immagine della testa del nostro essere allegorico raffigurata [nella carta del Mondo] sotto la forma dei seni d’una vergine, essa significa che sempre e in tutto, nei diversi funzionamenti sia interiori sia esteriori evocati dalla nostra coscienza, deve prevalere l’amore – un amore che può sorgere e sussistere solo nella presenza delle concentrazioni che si vengono a formare nelle parti conformi alle leggi di ogni essere integrale responsabile, nel quale riposa la speranza del Nostro Padre Comune. E che questa testa sia fissata al tronco per mezzo dell’ambra, significa che quest’amore dev’essere assolutamente imparziale, cioè perfettamente isolato da tutte le altre funzioni in corso nella presenza generale di qualsiasi essere responsabile”».