Il simbolo del faro da sempre mi accompagna. Questo grande dispensatore di luce e protezione è metafora di ciò che può guidarci non solo dall’esterno, bensì anche dall’interno di noi stessi, attraverso la saggezza che si cela nelle nostre profondità. Perciò sono rimasta molto colpita da una canalizzazione del Maestro Kryon realizzata come sempre da Lee Carroll, che ci invita a guidare gli altri senza cercare visibilità per noi stessi, proprio come farebbe il guardiano di un faro:
«Vi daremo la metafora del faro. A prescindere da dove si trova, il faro è edificato sulla roccia. A volte il faro viene eretto in un altro posto perché cambiano i tempi e le situazioni, ma lo stesso faro, con lo stesso custode del faro, è sempre ancorato alla roccia. Il faro si trova in quel punto per fare una sola cosa: irradiare la luce. Lo scopo varia: a volte è per avvisare di un pericolo, altre per attirare l’attenzione, e altre ancora è là per guidare. Quale che sia lo scopo, è sempre ancorato alla roccia. Chi ha costruito il faro e chi ci lavora sanno una cosa che altri non sanno: sanno dove si trovano gli scogli, i problemi, e guidano gli altri ad aggirarli. Quando la luce è in grado di indirizzare le navi verso la sicurezza del porto, il faro gioisce! Quando succede, tuttavia, il guardiano del faro non se ne va a festeggiare con il capitano della nave. Il guardiano, invero, si rallegra in silenzio e continua a far splendere la luce. La maggior parte dei capitani che raggiungono la sicurezza del porto grazie alla luce del faro neppure conoscono il guardiano del faro. Il guardiano del faro non pubblica annunci per dire a tutti di aver salvato una nave! Tace e continua, spesso da solo, ancorato alla roccia.
Il faro può rattristarsi per le navi che non avendo alzato lo sguardo per guardarlo si sfracellano disastrosamente sugli scogli. Tuttavia il guardiano del faro non abbandona il suo posto per andare al salvataggio della nave. Il guardiano del faro non è responsabile di chi finisce contro gli scogli! Quando questo succede, il guardiano del faro non cade in depressione e neppure demolisce il faro perché la nave non ha guardato per vedere la luce. NO. Il farò, invece, ha un solo scopo: irradiare luce, irradiare luce e irradiare luce.
Ciò che vi stiamo dicendo, in particolar modo ai guaritori presenti tra voi, è che in questa nuova energia ciascuno di voi – da guardiano del faro che è – riceverà dei doni. Forse lo avete già sentito, ma ripetiamo nuovamente che non dovete sentirvi responsabili per chi non desidera partecipare a questa nuova energia. Non sentitevi responsabili per chi non guarisce. Non assumetevi la responsabilità di chi invece ce l’ha. Celebrate chi guarisce e piangete per chi non guarisce, ma non assumetevi nessun’altra responsabilità se non quella dell’integrità dell’energia che mettete a disposizione. Irradiate la luce e restate al vostro posto. Continuate a tenervi ancorati alla roccia della saggezza e assicuratevi costantemente della purezza della luce che mostrate.
Il vostro faro può andare ovunque voglia sulla Terra, ma assicuratevi – ovunque decidiate di fermarvi – di ancorarvi alla roccia e di irradiare bene la luce. È importante che lo ascoltiate adesso, perché nella nuova energia verranno da voi moltissime persone che non avrebbero mai messo piede in casa vostra. Molti saranno attratti dalla vostra luce. Ricordate ciò che vi abbiamo detto in passato: i guaritori non guariscono, i guaritori equilibrano.»