Il Guardiano della Soglia è una figura comune a diverse tradizioni esoteriche. Generalmente descritto come un essere dall’aspetto terrifico, egli è incaricato di sorvegliare le porte di accesso ai mondi sovrasensibili: suo dovere è respingere i discepoli che non si dimostrino ancora pronti a “salire di livello” nel loro percorso iniziatico.
Il termine fu reso popolare da un celebre romanzo di Edward Bulwer-Lytton, “Zanoni”, pubblicato nel 1842 e attinente a tematiche occultistiche. Fu poi ripreso dalla Società Teosofica fondata da Madame Blavatsky nel 1875: secondo questa corrente di pensiero, il Guardiano della Soglia è quell’essere minaccioso che personifica «la combinazione di influssi malvagi derivanti dai cattivi pensieri ed azioni propri dell’età che ognuno si trova a vivere, mostrandosi a ciascun allievo in una forma specifica ad ogni apparizione, assumendo sempre lo stesso aspetto oppure cambiando di volta in volta».
Il Guardiano come entità metafisica
Secondo una definizione di Franz Hartmann apparsa su “The Theosophist” nel 1889, «questo Abitante della Soglia ci viene incontro in varie forme: è il Cerbero che sorveglia l’ingresso dell’Ade, il Drago che San Michele con la sua forza di volontà spirituale sta per uccidere, il Serpente che tentò Eva, e la cui testa sarà schiacciata dal tallone della donna, l’Hobgoblin che osserva il luogo dove è sepolto il tesoro».
Nell’ambito dell’esoterismo cristiano, la figura del Guardiano della Soglia è stata ripresa dal fondatore dell’antroposofia, Rudolf Steiner, il quale distingue due differenti entità, ovvero un “Piccolo Guardiano” ed un “Grande Guardiano”. La prima di queste figure viene descritta come un’immagine spettrale che appare all’aspirante occultista dopo che questi, attraverso la disciplina iniziatica, abbia acquisito la capacità di vedere e percepire i mondi sovrasensibili. Questo essere sarebbe nient’altro che un nuovo e più evoluto “sé” del discepolo, il suo doppio, che si oppone al suo “sè” inferiore. L’incontro con il suo “altro sè” è salutare per l’allievo, poiché lo induce a spogliarsi di tutte quelle prerogative dell’ego che gli impedirebbero di evolvere sul piano spirituale. Una seconda sorgente di illusione è data dall’apparenza delle realtà spirituali. Il ruolo del “Grande Guardiano” è quello di distruggere tale illusione nel discepolo, invitandolo ad attraversare la Soglia ma al tempo stesso mostrandosi in una forma che potrebbe destare in lui un “infinito terrore”, senza un’adeguata preparazione. Solo se il discepolo avrà la forza di non indietreggiare, il Guardiano assumerà infine le sembianze salvifiche del Cristo stesso, le cui forze liberatorie si sostituiranno a quelle costrittive del karma.
Un’altra forma di iniziazione in cui si menziona il Guardiano della Soglia è quella descritta nei libri di Carlos Castaneda, il quale ha raccontato di essersi imbattuto in questa spaventosa figura durante uno stato di percezione straordinaria indotto dall’inalazione di una miscela di funghi allucinogeni. Dopo che ebbe fumato la mistura, il Guardiano gli si presentò sotto le mostruose sembianze di una gigantesca zanzara, che lo assalì facendogli perdere i sensi. In seguito, grazie agli insegnamenti del suo maestro Don Juan, Castaneda comprese la reale pericolosità di quell’incontro, avendo egli rischiato di essere rapito dal Guardiano, senza più possibilità di tornare indietro. Don Juan gli spiegò che il Guardiano è il custode di un mondo parallelo al nostro, e che è necessario affrontarlo e sconfiggerlo, se si vuole diventare un “uomo di sapere”, ovvero una persona capace di “vedere oltre”.
Il Guardiano come avversario archetipico
Il Guardiano della Soglia è anche un Archetipo junghiano: in quanto tale, esso è l’inflessibile istruttore che mette alla prova la volontà, la forza e la costanza dell’Eroe, generando ostacoli e difficoltà che il protagonista deve prepararsi a fronteggiare. Fuor di metafora, il Guardiano non sarebbe altro che la manifestazione esteriore dei demoni inconsci dell’aspirante iniziato.
Questo Custode dei mondi sovrasensibili viene spesso raffigurato come un nemico dell’Eroe, sebbene sia in realtà il suo più grande amico, in quanto gli impedisce di “giocare male le sue carte”, di “bruciarsi” nel corso del suo viaggio iniziatico. Tuttavia, ciò non impedisce al Guardiano di mostrarsi anche come entità malvagia fine a se stessa, ad esempio nella forma di un protettore oscuro che deve essere affrontato attraverso una sfida o un duello in cui uno dei due contendenti dovrà necessariamente soccombere.
Il Guardiano della Soglia si mostra allorchè l’Eroe viene a trovarsi presso uno snodo fondamentale del proprio sentiero iniziatico, e molto spesso rappresenta il primo vero ostacolo che il protagonista deve superare, per poter varcare il limite che separa il mondo ordinario da quello sovra-ordinario. Il Guardiano deve essere letteralmente “conquistato” dall’Eroe: se riuscirà a superare questa prima prova, egli potrà acquisire il dono della “multiprospetticità”, ovvero la capacità di ragionare e di interpretare la realtà in modi innovativi e sorprendenti, che travalicano la visione ordinaria e abitudinaria del mondo.