Per me risulta abbastanza facile ricordare i sogni, tenerli a mente e confrontarli tra loro nel corso del tempo: forse si tratta di un’abilità innata; sono convinta, però, che possa essere sviluppata da chiunque, con il dovuto “allenamento”. Molti terapeuti sottolineano l’importanza di tenere un “diario dei sogni”, che dovrebbe essere compilato appena ci si sveglia, in modo da non disperdere il ricordo delle immagini oniriche che sono state visualizzate durante il sonno.
Ci sono molte buone ragioni per tenere un diario dei sogni. Eccone alcune:
- Imparare a dialogare con il proprio inconscio. Tenete sempre presente, a questo riguardo, che non dovete interpretare le immagini oniriche in base al significato generico attribuito loro dai tanti dizionari dei sogni oggi in commercio: immagini e simboli, infatti, assumono significati del tutto personali in relazione ai ricordi e alle esperienze pregresse di ogni individuo.
- Comprendere le proprie reazioni fisiche e psichiche. I sogni possono essere influenzati da molti fattori, sia interiori che esteriori: possono cambiare in base allo stato d’animo, ma anche in rapporto all’alimentazione o al rispetto dei propri ritmi naturali. Notate, ad esempio, se avete la tendenza a fare brutti sogni dopo aver consumato una cena troppo pesante o al termine di una giornata stressante. Tramite i sogni, insomma, cercate di capire in che modo il vostro organismo reagisce agli stimoli ricevuti in stato di veglia.
- Allenare il cervello. I sogni riguardano maggiormente l’emisfero destro del cervello, specializzato nella percezione delle immagini e nell’elaborazione emotiva. Questo emisfero è chiamato “il poeta”, in contrapposizione all’emisfero sinistro, definito “l’ingegnere” perchè impegnato soprattutto nei processi analitici e linguistici. Nel tenere un diario dei sogni, richiamate alla mente le visioni oniriche prodotte dal “poeta” e le traducete in elaborati scritti grazie all’opera dell’”ingegnere”: in tal modo, i due emisferi si allenano a collaborare tra loro. Questo allenamento è molto utile perchè aiuta ad accrescere la creatività, che assume un ruolo importante anche nella capacità di risolvere i problemi.
Come si tiene un diario dei sogni? Tenere un diario dei sogni richiederà pochi minuti del vostro tempo, al momento del risveglio. Questi gli elementi che non possono mancare nell’annotazione di un sogno: la data; lo stato psico-fisico in cui ci si trovava prima di addormentarsi; la tematica del sogno (ovvero un titolo oppure una o più parole-chiave); la trama; le emozioni provate. La regola fondamentale nel tenere un diario è quella di scriverlo a mano, per poter esprimere maggiormente il proprio sè. Secondo gli scienziati, inoltre, scrivere a mano migliora la memoria e mantiene la mente più attiva ed efficiente: si tratta, infatti, di un’attività che ci obbliga a rallentare e a selezionare le informazioni più importanti.
A questo punto, qualcuno di voi obietterà: come posso tenere un diario, dal momento che ricordo molto vagamente (se non per nulla) i miei sogni? Credo (per quanto la mia affermazione possa sembrare maliziosa) che molti non ricordino i propri sogni semplicemente perchè temono, o addirittura rifiutano, il contatto con il proprio inconscio! Ironia a parte, posso darvi alcuni semplici consigli su come migliorare il vostro sonno e mantenere, così, il contatto con il vostro mondo onirico.
- So che esistono delle tecniche che dovrebbero aiutare ad addormentarsi più facilmente, ma il sonno è una cosa semplice, e bisogna imparare ad accedervi con altrettanta semplicità. Se siete preoccupati per le incombenze del giorno dopo, scrivete su un foglio l’elenco degli impegni che vi attendono, magari in ordine di importanza o di scadenza: in questo modo potrete alleggerire e, se possibile, silenziare la vostra mente. Mettetevi a letto e rilassatevi per dieci minuti, a occhi aperti o chiusi ma lasciando preferibilmente la luce accesa; non imponetevi di “non pensare”, ma limitatevi ad osservare i vostri pensieri senza giudicarli. L’unico pensiero “vietato” è: «Devo riuscire ad addormentarmi!». Se non vi disturba, mettete una musica rilassante in sottofondo. Fate in modo che tutto ciò divenga per voi un’abitudine e non scoraggiatevi se, nei primi tempi, faticherete ancora a scivolare nel sonno.
- Se volete sperimentare un risveglio mattutino più “morbido” di quello che vi attende con il suono della sveglia, potete provare un simulatore d’alba (in inglese “wake-up light”). Si tratta di sveglie speciali, che permettono alla nostra mente di destarsi poco per volta, senza subire traumi da suoni acuti e improvvisi. Ci si sveglia grazie ad una luce bianca che aumenta gradualmente d’intensità e che, a un certo punto, viene affiancata da suoni armoniosi come quelli della natura. Ciò dovrebbe aiutare ad iniziare la giornata senza stress e, possibilmente, con un bel sorriso sulle labbra. In commercio si trovano diversi modelli di simulatori d’alba: alcuni sono dotati ad esempio di radiosveglia, luci dai colori cangianti, simulatore di tramonto eccetera.
- Sapete che cos’è il Tempo del Sogno? Con questa espressione, gli aborigeni indicano “il tempo prima dell’inizio del tempo”, allorchè i loro progenitori spirituali (in forma umana, animale o vegetale) affiorarono dalle profondità della Terra facendo piovere su di essa le forme fisiche, prima di fare ritorno alle loro dimore sotterranee. Per mantenere il loro spirito in sintonia con quello dei progenitori ancestrali, molte tribù aborigene onorano un preciso rituale: imparano fin dall’infanzia a regolare il proprio “orologio interno” in modo da svegliarsi un po’ prima del sorgere del sole, per poi riaddormentarsi brevemente prima di svegliarsi del tutto e iniziare la giornata. Sanno che sarà molto più agevole ricordare i sogni fatti durante quel breve “secondo sonno”, e considerano ciò un omaggio al Tempo del Sogno che li ha creati. Questo metodo funziona: sarete sorpresi nel constatare quanta chiarezza potete ottenere ritagliandovi il vostro tempo del sogno. Tutto ciò che dovete fare è impostare la sveglia quindici minuti prima dell’ora in cui dovete alzarvi, e restare a sonnecchiare per quel quarto d’ora. Sperimenterete una fase di sonno REM senza attraversare quella non-REM, in cui molti sogni vanno perduti. Dopo una o due settimane, la vostra mente inconscia saprà di poter contare su quei quindici minuti quotidiani per trasmettervi messaggi sempre più chiari: a quel punto non potrete più dire che non riuscite a ricordare i sogni!